E’ stata una lunga notte, piena di attese, speranze, voti e conteggi. Alla fine i pronostici si sono ribaltati, Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. E per quanto nella mia testa stia incominciando a capire il meccanismo che l’ha portato a sbaragliare la tanto sostenuta Hillary Clinton, non riesco ancora a capacitarmi di come due canditati del genere siano finiti a contendersi la vittoria.
People react to watching the HRC campaign conclude without a solid conclusion as John Podesta took the stage on TV. #Elections2016 pic.twitter.com/7ciI2hIAaq
— Marcus Yam 火 (@yamphoto) November 9, 2016
Inutile dire che dalle primarie dei due partiti sarebbero potuti uscire altri candidati. Ed invece no. Trump, partito in minoranza, ha conquistato la chiave fondamentale per andare avanti: i cittadini. Sempre osteggiato dal suo stesso partito, dalle lobby, ma sostenuto dalla gente, che in lui vede una rivoluzione, un cambiamento deciso rispetto al passato. In barba a tutti, è andato avanti e ha realizzato il suo progetto.
27 anni fa cadeva il Muro di Berlino. Oggi lo hanno rialzato. #ElectionNight
— Angelo Mangiante (@angelomangiante) November 9, 2016
Quasi anziani (insomma 69 e 70 anni non sono proprio il massimo), con dei precedenti “importanti” alle spalle (Hillary con il marito Bill, Donald che evade le tasse per poter tirar su il suo impero finanziario), hanno passato l’intera campagna elettorale prendendosi in giro a vicenda su Twitter. Hanno parlato ben poco di programmi politici precisi, di quali riforme mettere in atto una volta eletti; solo continue schermaglie, sulle mail rubate di una, sugli insulti razzisti dell’altro.
well this is utterly terrifying
— Ariana Grande (@ArianaGrande) November 9, 2016
Hillary, la sconfitta che nessuno si aspettava. Sostenuta dalla maggior parte dei media, dalla parte d’elite della società. Le più grandi star erano con lei, da Ariana Grande a Madonna, passando per Katy Perry. Gli spot pubblicitari di qualche mese fa, a cui tantissimi personaggi di spicco hanno partecipato, ne erano la prova. Ma non è bastato.
I am in tears
— Ariana Grande (@ArianaGrande) November 9, 2016
Le minoranze che Hillary avrebbe dovuto conquistare a mani basse non sempre le sono andate incontro. La Florida ha votato compatta Donald, nonostante la grande presenza di latinos. Le donne sono in lacrime per aver visto svanire la possibilità di un presidente, per la prima volta nella storia, facente parte del gentil sesso. Inutile rimarcare la probabile rabbia dei messicani. Eppure non è bastato,entrambe le categorie non erano compatte sulla Clinton.
Quest’anno ha vinto il populismo. Hanno vinto le persone, sulle lobby, sui media, sulle grandi autorità. Ha vinto la voglia di cambiare, di dar inizio ad una rivoluzione. Tempo fa, lette queste premesse, avremmo immaginato che il nuovo presidente fosse una persona di spicco, pronta a lottare per la gente, con grandi ideali nella mente. Ed invece davanti abbiamo Donald Trump, un personaggio molto controverso, pronto a governare almeno 4 anni con il suo motto preferito: “Make America Great Again“. Chissà cosa si intende per “Great”.
#Trump didn't win today.
Hate won.
Fear won.
Racism won.
Sexism won.
Homophobia won.
Prejudice won.
Self interest won.#ElectionNight— موليكس (@immoeabdul) November 9, 2016
Di sicuro saranno quattro lunghi anni. Tesi e difficili. Trump ha un gran lavoro davanti, deve schiarire le sue idee in fatto di politica estera, ma anche interna. Risolvere un conflitto con le minoranze, chiedere scusa alle donne, riconquistare (almeno in parte) la fiducia delle classi più alte e importanti. E, allo stesso tempo, non perdere il sostegno della gente, che lo ha eletto per cambiare e rivoluzionare questo paese. Gli Stati Uniti d’America, alla ricerca di una nuova identità.
In a room full of hope, we will be heard. Nothing can stop us. @iamderay #blacklivesmatter Stand up for kindness, equality, and love. pic.twitter.com/tYFJG7R7Ql
— Lady Gaga (@ladygaga) November 9, 2016
Faccio tutti gli auguri possibili a Donald Trump, brindo ai prossimi quattro anni in cui spero non accada nulla di male. Ma temo che non sarà così. Una persona con il suo ego non rimarrà ferma, qualcosa succederà. Buona fortuna Donald, abbi cura dei codici nucleari. Ma soprattutto del tuo account Twitter.
Is it too soon to tell my Mexican boyfriend I'm just not ready to be in a long distance relationship??? #ElectionNight
— Bree Essrig 🏳️🌈 (@BreeEssrig) November 9, 2016
P.S. Twitter regina delle elezioni, lo sapevate? Un miliardo di tweet prima di questa notte, tutti sui due candidati. Non oso immaginare quanti tweet siano stati lanciati con hastag #ElectionDay. Lo scopriremo presto. Vi lascio qualche perla di saggezza trovata su quello che rimane uno dei miei social preferiti. Continuate a seguirmi anche lì!
Ammetto che #Trump per ora sta parlando da presidente vero. Che si sia reso conto della responsabilità che ora pesa sulle sue spalle? #USA
— Enrico Perini (@perini_enrico) November 9, 2016
E' un segno della volontà divina:
non v'è più dubbio alcuno, n'è la prova,
del mondo ormai la fine s' avvicina
Trump— Dante Alighieri (@DanteSommoPoeta) November 9, 2016
THE REVOLUTION IS COMING.
— KATY PERRY (@katyperry) November 9, 2016