Il 27 ottobre Apple ha presentato la nuova gamma di MacBook Pro a tutto il mondo. Connessi a guardare la live streaming del keynote di Tim Cook non eravamo in pochi, anzi. Tantissime persone si aspettavano dei decisi miglioramenti nella nuova linea di portatili. E quando tutto è finito, la connessione è stata chiusa, mi è rimasto un po’ d’amaro in bocca. Ora vi spiego il perché.
Un Keynote, quello di ieri sera, non molto vivace, anzi. Poche le novità, si passa direttamente ai nuovi prodotti dopo una piccola introduzione sull’Apple TV e le nuove app in arrivo. Subito svelata la caratteristica principale dei nuovi MacBook : la TouchBar, una piccola “striscia” Retina che sostituisce i tasti funzione con un pannello programmabile ed interattivo.
Una TOUCHbar, grande novità per la linea dei MacBook Pro
Già, perché la TouchBar è anche touch. Che novità direte voi, lo dice pure il nome. Eppure c’è qualcosa di nuovo sotto, un cambiamento che i più appassionati avranno forse notato. Fino a pochi anni fa, quando Steve Jobs era ancora al comando di Apple, sarebbe stato impensabile introdurre uno schermo touch su MacOS. E lo è ancora oggi, essendo fermi in casa Apple alla differenziazione tra un sistema operativo mobile (iPhone, iOS) ed uno per pc (MacOS).
Sistemi operativi con diverse funzionalità e pensati per ambiti diversi. Impossibile, o forse meglio dire non giustificato, introdurre una caratteristica fondamentale di iOS (il supporto al touch) sul suo “cugino” MacOS. Insomma, se sul prossimo iMac arrivasse il touch, ci si potrebbe aspettare anche un sistema operativo unico nei prossimi anni (considerazione personale, molto difficilmente avrà luogo, almeno non ora).
A parte le considerazioni e le speculazioni, il senso della manovra di Apple è di mantenere due categorie completamente diverse, e ben distinte, di prodotti. Ma dall’arrivo di Tim Cook qualcosa ha iniziato a scricchiolare. Il primo segno a mio parere è stato iPad Pro. Il famoso “pc replacement”, con annessa penna e tastiera. Ma sistema operativo iOS. Poi questi MacBook Pro dal prezzo esorbitante (ne parleremo dopo) con una sola “vera” novità: una barra touch, interattiva e personalizzabile.
Ancora lontani da uno schermo completamente touch
Certo, siamo ancora lontani da uno schermo completamente Touch che rivoluzionerebbe MacOS. Ma qualcosa ha incominciato a smuoversi in casa Apple. E, a differenza di molti “haters” di Apple secondo i quali i nuovi iMac sarebbero stati rimandati all’ultimo perché “spaventati” dal nuovo Surface Studio, penso che invece a marzo (data probabile, ma nessun rumor la conferma) vedremo delle belle novità.
Per primo, i nuovi processori Intel Kaby Lake non sono arrivati sulla nuova gamma, e questo non è un bene. Ricordiamo infatti che il ciclo di vita dei MacBook è sempre molto lungo, e vederli accompagnati dalla nuova serie sarebbe stato molto gradito. Anche se a questo punto Intel dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché ci deve essere stato qualche problema con la produzione dei Kaby Lake, attesi da molti ma molto difficili da trovare in commercio. Un ritardo difficilmente spiegabile.
Secondo, cosa si inventerà Apple per aggiungere un po’ di “sale” ai nuovi prodotti? Mentre Microsoft con il nuovo Surface Studio si rivolge in particolare ai “creativi”, con un display touch ed orientabile (pensiamo che comunque i Mac sono da sempre accompagnatori dei grafici, fotografi, ecc), ci dovrà essere qualcosa di nuovo per attirare l’attenzione.
Ed uno schermo touch potrebbe essere la soluzione. Microsoft l’ha fatto, è vero, ma con una soluzione molto diversa dalla filosofia attuale di Apple (schermo inclinabile), che va incontro a disegnatori e grafici di tutti i tipi. Senza contare il nuovo Surface Dial, che permette un ancora migliore interazione con la penna.
E se Windows va sempre di più verso l’integrazione di penne ed affini (vedi Windows Ink), Apple cosa deciderà di fare? Ci deve/dovrà essere qualcosa a favore del touch, oppure si rimarrà sulla linea attuale? Lo scopriremo solo con il tempo.
USB Type-C, amore ed odio
Già. Perché da un lato anche io amo la Type-C del mio Mi5. Reversibile, facile da usare, perfetta per tutti i giorni. Dall’altro, ancora poco diffusa e spesso “croce” per molti. Esempio limpido in università qualche giorno fa: dimentico il cavo type-c a casa e mi rimane solo la powerbank. Come carico il mio telefono? Un odissea. Dopo un’ora mi sono arreso, non trovavo nessuno che ne avesse uno da prestarmi.
Solitudine da nerd, direte voi lettori. Ed invece no, perché la type-c è il futuro, soprattutto sui portatili, dove integra anche la thunderbolt 3, permettendo di gestire display esterni, porte ethernet, ecc ecc. Ben venga insomma come nuovo standard.
Il problema rimanente è che non si è ancora imposta alla maggior parte degli utenti. E qui, per fortuna, ci pensa Apple, nel bene e nel male. troverete solo porte USB Type-C sui nuovi MacBook Pro. Eh già, ben 4 nella versione con touchbar. Fioccheranno gli adattatori, come pure gli accessori persi. Ma sinceramente trovo questo nuovo standard un ottima innovazione.
Solamente il giorno dopo del keynote mi sono accorto di un “inconveniente”, se così possiamo chiamarlo. Come tutti bene sappiamo, un mese fa, giorno più giorno meno, Apple ha presentato anche iPhone 7. Tra le tante novità, l’assenza del jack da 3.5mm per le cuffie, sostituite (in confezione) con un paio di EarPods con uscita lightning. Bene, ed ora come pensate di usarle sul nuovo MacBook Pro?
Un controsenso non da poco, a mio parere. Insomma, già sborsiamo (non io) una cifra immensa per la “combo” iPhone 7 e MacBook Pro, per ritrovarci a dover usare o delle “normali” cuffie con jack ed adattatore sul vostro smartphone Apple, oppure a due paia diverse. L’unica soluzione? Cuffie wireless. Semplici, eleganti, ma non in confezione.. Quindi qualche altro soldino vi uscirà dalle tasche (ancora di più se deciderete di prendere le nuove AirPods.
Capitolo prezzi, nota dolente dei nuovi MacBook Pro
E arriviamo al momento “peggiore”. Ormai da tempo siamo abituati ai prezzi molto importanti di Apple, e la serie MacBook Pro non ne è da meno. Se scompare la gamma Air, con tanti rimpianti, ora la proposta “entry-level” è il MacBook Pro 13″ SENZA TouchBar prezzato a 1749€. Veramente veramente tanto. E se pensate che per la versione con Touchbar dovete salire fino a 2099€.
Prezzi alti? Sì, senza se e senza ma. Meritati? Nì. Da vedere ovviamente prima qualche recensione ed approfondimento imparziale. Le novità più o meno ci sono, anche se non assolute. Un redesign sarebbe stato gradito, visto anche il ciclo di vita dei MacBook. Prima di vederne altri, e diversi, ci vorrà qualche annetto.. Com’è giusto che sia.
Ma alla fine, ed in sostanza, anche senza un design rivoluzionario e novità stratosferiche fanno il loro lavoro molto bene. E ci mancherebbe, direte voi, per 2000€.. Già, perché qui sale il vero dubbio.
Qual’è il reale motivo per preferire un XPS 13 (cito lui, essendo uno dei migliori portatili Windows in commercio, ma i nomi sono tanti) ad un MacBook Pro? Viste anche le grandi differenze di prezzo. Il nuovo XPS, con processori Kaby Lake, in una delle due configurazioni top con i7-7500U, 8gb di RAM, display FHD ed SSD da 256gb viene 1399€. Se saliamo di altri 100€, guadagniamo un display QHD e il touch, con ritorno però ad un i5-7200U.
La scelta sta sicuramente tutta nel sistema operativo. Da Windows a MacOS cambia tutto, e lo sappiamo benissimo. Certo è che Microsoft ed il suo sistema operativo stanno recuperando terreno a tutto spiano, ed a grande velocità. Basterà una touchbar a rendere i nuovi MacBook appetibili in un mercato, quello dei pc, in continua flessione? Chissà. Aspettiamo con ansia i primi dati di vendita..
Opinioni finali
Cosa dire? I nuovi MacBook hanno un compito molto ma molto difficile. Sfondare in un mercato ormai saturo e pieno di proposte, dove Windows sta recuperando posizioni da gigante e le alternative sono tantissime. Il prezzo non aiuta, ma sappiamo tutti come gli appassionati di casa Apple non si lasceranno sfuggire questo nuovo arrivo.
Sarà invece importante capire, a lungo termine, l’impatto sul mercato. Le vendite saranno costanti, in crescita, magari spingendo altre marche ad investire in un settore quasi in perdita? Sarà la scossa che serve al mercato dei computer portatili? Temo di no.
D’altro canto il mercato dei 2 in 1 è florido e continua a stupire per le sue vendite. Prodotti leggeri, facili da trasportare, con un sistema operativo come Windows che si adatta benissimo al touch e lo sfrutta pienamente. Una svolta, quella del touch, che difficilmente vedremo sui portatili Apple, almeno per un altro bel periodo.
Chissà cosa ci riserva il futuro, un futuro ansioso di farsi scoprire. Io, personalmente non vedo l’ora; è tempo di qualche innovazione radicale e ce stravolga il mercato. Voi, cosa vorreste sui vostri portatili?